M. Antonella Ciliberto nasce a Milano il 22/03/79.
Diplomata in grafica pubblicitaria, da anni svolge
questa professione presso varie case editrici.
Comincia ad avvicinarsi alla pittura nel 2003. Gli inizi
sono caratterizzati da soggetti immaginari e da scene illusorie, surreali e
dalla voglia di abbandonare il figurativo. Approdare verso l'astrattismo, per
trovare il “concreto”, è la più recente, personale sensibilità.
I quadri di Antonella Ciliberto denunciano la sua antica
esigenza di allontanarsi dal disegno, dalla forma obbligata, dal reale e
dall'assolutamente finito. Si avverte la sensazione di trovarsi di fronte a
opere dove si compenetrano differenti tempi e gusti: quelli di alcune
avanguardie novecentesche e quelli di un astrattismo di più recente
espressione.
Gocce, linee senza fine cui ha dato movimento,
spugnature, tratti e forme irregolari, giochi di colori.
Si rintracciano nelle sue opere la traccia del suo
gesto, che pare aspirare a proseguire oltre i limiti dello spazio della tela.
Il colore è protagonista: opere che altro non sono che
l'evocazione, in “forma fisica”, del pensiero di Antonella, perché riproducono,
in modo istantaneo, la realtà del suo umore del momento attraverso l'uso dei
differenti colori. Sono la firma della sua inquietudine.
Le tonalità calde sono associate talvolta al bianco e
nero, come per neutralizzare la carica del “calore del colore”, per raggiungere
un equilibrio stridente che inneggia al contrasto degli opposti. Forme
armoniose, circolari, a volte linee che sembrano disposte apparentemente in
modo casuale: in realtà, tutto è pensato nell'esercizio continuo
dell'attenzione ai dettagli. Le gocce hanno un contorno di colore - come per
volerle far emergere. Sono piccole, ma non insignificanti.
Le pennellate di colore, stese secondo l'impulso
momentaneo, sono in seguito anch'esse elaborate, coccolate, abbellite. Altre
volte l’artista mette su tela una prepotente suggestione coloristica mentale,
cercando di spezzare la tirannia del pensiero con il ricorso al supporto
fisico.
La scelta dei pennelli non è premeditata così come non
lo è, del resto, la scelta dei materiali che usa: acrilici; colori a olio;
acquarelli; chine; pastelli; sabbia e bitume.
Antonella lavora con spatole, spugne e stracci. Stende
del colore per poi toglierlo. Desidera che ci sia, ma solo un po’. Non
necessariamente deve emergere, è preferibile che sia notato da un occhio che
indaga.
Dipinge stati d'animo, momenti, giochi, sogni e persino
colori. Non vuole “spettatori” che ammirano paesaggi o scene di facili traffici
di vita quotidiana. Vuole che chi guarda sia partecipe alle note colorate del
suo io. Il suo io, che è sempre imperfettamente conosciuto anche a se stessa.
La libertà dei suoi gesti: è questo il suo verace “messaggio”.